di Roberto Bartolini
La meccanizzazione gioca un ruolo cruciale per applicare l’agricoltura conservativa e si deve partire, con il piede giusto, dalla scelta di trattori che devono essere dotati di elevata galleggiabilità sul suolo ed elevata aderenza. Lo stesso criterio va applicato alla scelta dei rimorchi, e in fase di raccolta sono da preferire macchine che operano con il minimo disturbo al suolo, dotate di gommature di ampio diametro e galleggianti.
Solo arature superficiali
Per la lavorazione del terreno l’offerta da parte delle case costruttrici è molto ampia, una volta scartata l’aratura a profondità superiore ai 20 cm. Le arature entro i 20 cm possono essere abbinate a decompattatori ad ancore per ripristinare permeabilità e porosità al terreno, nel caso di forti compattamenti del terreno.
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Foto 1 La classica aratura profonda con inversione degli strati di terreno va evitata per non disturbare i microrganismi del suolo e i lombrichi ed esporre la sostanza organica ad una rapida ossidazione.
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Foto 2 Un esempio di aratro che lavora superficialmente il terreno da 5 a 12 cm di profondità.
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Foto 3 Particolare dei vomeri che smuovono il terreno incorporando i residui colturali senza invertire gli strati di terreno e rispettando la microfauna.
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Foto 4 Decompattatore con ancore a punta per interventi in profondità su terreni pesanti.
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Foto 5 Decompattore ad ancore ricurve per interventi su terreni di medio impasto.
Minimo disturbo al suolo
La regola generale per rispettare i principi dell’agricoltura rigenerativa è ridurre il disturbo del suolo, evitando sia l’inversione degli strati di terreno sia l’uso di attrezzi azionati dalla presa di forza come gli erpici rotanti, per tutelare i microrganismi viventi del terreno, la biodiversità e i lombrichi.
È importante preservare gli strati profondi del terreno da una eccessiva esposizione all’aria per salvaguardare la sostanza organica e le riserve idriche, fondamentali soprattutto nelle semine dei secondi raccolti estivi.
I residui colturali dei cereali raccolti per produrre granella devono essere ben sminuzzati per favorirne la degradazione, ridurre il disturbo in fase di semina e controllare le infestanti.
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Foto 6 Erpice dotato di denti ricurvi ben distanziati per preparare il letto di semina in presenza di abbondanti residui colturali.
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Foto 7 Erpice a dischi di ampio diametro con profilo ondulato per operare su diverse tipologie di terreno e in presenza di residui colturali. In molti casi sono sufficienti solo due passaggi per preparare il letto di semina.

Foto 8 Lo strip till lavora il terreno solo sulla striscia che verrà successivamente seminata, lasciando i residui colturali nell’interfila.
Programmare le minime lavorazioni
Per quanto riguarda le minime lavorazioni è bene seguire i seguenti accorgimenti:
- Interventi con attrezzature dotate di ancore destinate ad operare anche a profondità superiori ai 20-25 cm da effettuarsi una volta all’anno.
- Interventi di decompattazione in terreni argillosi, in assenza di fenomeni gravi di compattazione, da effettuarsi ogni 3-4 anni, in terreni limosi ogni 2 anni e in terreni di medio impasto ogni 3 anni.
- Lavorazioni superficiali tra 5 e 10-12 cm di profondità realizzate con dischiere possono essere effettuate ripetutamente secondo necessità e convenienza. Sono attrezzature multiuso per controllare le infestanti, gestire i residui colturali, preparare il letto di semina, interrare concimi e liquami e digestati.
- Utilizzo dello strip till, sia per primi che secondi raccolti, per preparare la striscia di semina utilizzando sistemi di localizzazione GPS e lasciare i residui colturali nell’interfila.
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