L’erba medica, inserita per interrompere la monosuccessione di mais porta con sé una serie di vantaggi agronomici molto interessanti. Grazie ai suoi tagli frequenti e alla persistenza per 4-5 anni, riduce drasticamente il numero di infestanti normalmente presenti in un terreno coltivato a cereali con una significativa riduzione dell’uso di diserbanti. In più interrompe i cicli riproduttivi di alcuni insetti dannosi al mais come la piralide e la diabotrica, e anche in questo caso riduce il ricorso a trattamenti insetticidi indispensabili con cadenza annuale quando si coltiva mais in monosuccessione.
Contro l’erosione e a favore dei microrganismi
L’apparato radicale della medica si sviluppa fino a 2 metri di profondità e, rigenerandosi per più anni senza essere disturbato dalle lavorazioni meccaniche, crea una struttura canalicolare e un reticolo nel suolo che favoriscono l’infiltrazione di acqua e stabilizzano gli aggregati. La copertura vegetale riduce i fenomeni erosivi superficiali del terreno sia di origine idrica sia di origine eolica.
La presenza di essudati radicali e la grande quantità di azoto e carbonio che si sviluppa a seguito della degradazione delle radici della medica, anno dopo anno sviluppano l’attività microbica del suolo sino a oltre 100 volte rispetto a quella osservata nei terreni a monosuccessione di mais.
800 chili di azoto fissato per ettaro
In tre anni l’erba medica è capace di produrre circa 400 ql/ha di sostanza secca, fornendo oltre 800 kg di azoto fissato a ettaro, pari a circa 5000 kg di proteina grezza contenuta in un foraggio a elevato contenuto nutritivo. Un ettaro di medica fornisce, attraverso il raccolto, l’equivalente di 115 quintali di farina di estrazione di soia. Ma di azoto ne rimane parecchio anche nel terreno per la coltura che segue la medica, tant’è che il mais da trinciato o da pastone coltivato dopo la medica produce mediamente dal 4 all’8% in più del mais in monosuccessione.
Inoltre il risparmio è anche in energia, poiché grazie agli anni di medica si riduce sul mais l’uso di concimi e di agrofarmaci
Obiettivo: foraggio di alta qualità
Come fare allora per ottenere un foraggio di qualità per la stalla?
La prima mossa vincente, è la semina dell’erba medica da fine agosto alla prima metà di settembre. In questo modo la coltura germina e si sviluppa per affrontare l’inverno come si deve e fornire un primo taglio importante già nella primavera successiva.
Semina su sodo
I medicai seminati su sodo raggiungono presto produzioni pari ai medicai seminati su terreno lavorato. Il processo, che si può chiamare anche “trasemina su sodo“, può utilizzare miscugli di leguminose come trifoglio pratense, trifoglio bianco e ginestrino su medicai degradati e riesce a ripristinare la loro capacità produttiva, evitando il sopravvento delle graminacee dei prati vecchi. Grazie alla trasemina la vita del medicaio arricchito si può allungare sino a 6-7 anni.
Sfalciature precoci
Se si vuole avere fieni di qualità occorre operare sfalci precoci, senza attendere che il fieno sia troppo maturo. Poi occorre una movimentazione corretta per limitare le perdite, raccogliendo al giusto grado di umidità.
