Il successo delle cover crops, specie a perdere coltivate tra due colture da reddito, dipende in gran parte dall’epoca di semina. Le Università di Milano e di Piacenza e Condifesa Nord Est hanno svolto una sperimentazione su due cover gelive (che possono essere distrutte dal gelo) come senape e avena e due specie non gelive, come segale e veccia villosa, che sopravvivono all’inverno.
Tre epoche di semina a confronto
Le tre epoche di semina scelte per la prova sono state:
- Precoce: tra il 31 agosto e il 12 settembre
- Intermedia: tra il 19 settembre e il 17 ottobre
- Tardiva: tra il 9 ottobre e il 23 novembre
La semina precoce è da preferire
Le specie gelive , segale ed avena, seminate precocemente hanno manifestato una biomassa più elevata in autunno ed una spiccata suscettibilità al gelo, al contrario di quanto accaduto con le epoche di semina intermedia e tardiva.
Le cover non gelive, segale e veccia villosa, hanno espresso il loro massimo potenziale in primavera e se seminate precocemente hanno superato bene l’inverno con un’ottima produzione di biomassa in primavera.
La produzione di biomassa è determinante
Ed è la produzione di biomassa delle cover crops il punto chiave per il successo di queste colture a perdere perché determina il controllo delle infestanti, il contenimento della lisciviazione dei nitrati, la messa disposizione di azoto per la coltura da reddito successiva e l’aumento della sostanza organica del terreno.
Sono i quattro benefici più importanti legati all’uso continuativo delle cover crops, che si raccomanda in particolare a tutti gli agricoltori che hanno sposato l’agricoltura rigenerativa, abbandonando l’aratura a favore delle lavorazioni minime e del sodo.
