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Divieto di utilizzare l'urea dal 2027 nel bacino padano

21-05-2025 08:00

Roberto Bartolini

Attualità e PAC,

Divieto di utilizzare l'urea dal 2027 nel bacino padano

Nel documento si legge anche che la sostituzione dell’urea con altro fertilizzante comporta un maggior onere per le imprese agricole

Il Piano di azione nazionale per il miglioramento della qualità dell’aria, prevede un pacchetto di misure anche per il settore agricolo, la prima delle quali è il divieto dal 1 gennaio 2027 di impiegare urea nelle Regioni del Bacino Padano, per incentivare l’impiego di fertilizzanti organici (digestato, reflui zootecnici e biochar) e di fertilizzanti di sintesi chimica alternativa.

Nel documento si legge anche che la sostituzione dell’urea con altro fertilizzante comporta un maggior onere per le imprese agricole che viene quantificato in 150 euro/ha, quindi si dovranno trovare risorse per compensare gli agricoltori.

 

Altre azioni del Piano

Nel Piano sono previsti anche:

  1. Incentivazioni per promuovere l’uso degli inibitori della nitrificazione dell’azoto da effluenti zootecnici e dal digestato, stanziando risorse fino ad 1 milione di euro.
  2. Incentivi per l’acquisto di attrezzature per la fertirrigazione, e l’impiego di tecniche sostenibili per la gestione dei reflui e del digestato, stanziando risorse per 50 milioni di euro.
  3. Incentivi per l’uso della concimazione a rateo variabile per l’acquisto di attrezzature e del software per le mappe di prescrizione 
  4. Progetti di ricerca per individuare trattamenti innovativi per l’uso del digestato, tra i quali l’uso di additivi nelle vasche di stoccaggio, e trattamenti per la gestione degli sfalci di potatura. I fondi previsti sono pari a 10 milioni di euro.

 

A parte il divieto all’uso dell’urea che è una misura eccessivamente drastica e troppo penalizzante per l’agricoltore e sulla quale il mondo agricolo farà sentire la sua voce, tutte le altre azioni del piano incentivano l’innovazione che nel settore della fertilizzazione è fondamentale per diminuire i costi, gli impatti ambientali e aumentare le rese delle colture.

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