Il Quadro finanziario pluriennale 2027-2034 proposto dalla Commissione Europea, in via di presentazione, potrebbe prevedere, al posto degli attuali fondi separati per settore, un unico grande contenitore finanziario dei fondi comunitari, da cui attingere secondo priorità definite di volta in volta.
In questo modo, secondo la Commissione, il bilancio UE diventerebbe meno ingessato in fondi prestabiliti e quindi più flessibile, per poter meglio rispondere ad eventuali crisi future.
L’agricoltura perderebbe la sua autonomia
La proposta di Fondo Unico costituisce però una seria minaccia per i contributi della Pac che perderebbero l’autonomia attuale ed andrebbero a confrontarsi con altri settori come difesa, energia digitale, transizione green per ottenere risorse.
L’agricoltura non sarebbe più una priorità stabile per il bilancio UE come avviene oggi, con stanziamenti dedicati, ma diventerebbe una delle tante priorità da affrontare in competizione con altre.
Si profila un taglio del 20% dei fondi PAC
Inoltre si profila nelle intenzioni della Commissione un taglio di almeno il 20% dei fondi oggi disponibili, per un totale di circa 80 miliardi di euro sugli attuali 400, che per l’Italia significherebbero 8 miliardi in meno sui 38 già assegnati.
Non c’è dubbio che tutte le organizzazioni agricole comprese quelle europee si mobiliteranno per cercare di contrastare questa proposta, ma non è detto che la possano spuntare tanto facilmente dal momento che le lobby ecologiste ed ambientaliste di Bruxelles premono affinchè siano diminuite le risorse destinate all’agricoltura.
Sono ormai anni che gli agricoltori europei vengono messi nel mirino accusati di ricevere troppi contributi e per questo l’attuale Pac ha introdotto vincoli e misure specifiche in chiave ambientale per dimostrare che gli agricoltori non solo producono cibo, ma concorrono alla salvaguardia dell’ambiente e alla diminuzione delle emissioni.
Le priorità per la nuova PAC
Se la proposta del Fondo Unico dovesse essere approvata, non c’è dubbio che la nuova PAC post 2027 dovrebbe essere ben diversa dall’attuale ( oggi c’è una sovrabbondanza di misure finanziate molte delle quali inutili) focalizzando le risorse disponibili su pochi e chiari obiettivi.
I principali sono:
- stabilità del reddito degli agricoltori con misure di salvaguardia nei confronti dell’eccessiva volatilità dei prezzi di mercato dei prodotti;
- corretto funzionamento della filiera agroalimentare, riequilibrando la forza contrattuale tra gli agricoltori e gli altri attori in campo;
- nuova gestione dei fondi catastrofali aumentando mezzi e risorse per contrastare adeguatamente il cambiamento climatico
- tutela delle zone rurali più svantaggiate
- fertilità dei suoli e gestione oculata delle risorse idriche
- servizi ecosistemici a favore delle comunità dei cittadini
Se i decisori di Bruxelles riusciranno a cambiare radicalmente l’architettura della Pac che stiamo vivendo con mille difficoltà e che durerà ancora tre anni ( 2025,2026,2027), gli agricoltori potranno guardare al loro futuro con più serenità e certezze, continuando ad assicurarci il cibo necessario per vivere, con una buona dose di sostenibilità ambientale.
