Si avvicina l’epoca di semina dei secondi raccolti ed occorre agire con la massima tempestività, che significa semplificare le lavorazioni ed evitare di effettuare, ove possibile, più passaggi in campo.
Tutto questo si traduce nell’applicare minime lavorazioni oppure, nei casi più fortunati dove la tessitura del terreno lo permette, agire direttamente su sodo.
I vantaggi delle minime lavorazioni
Applicare le minime lavorazioni significa impiegare meno energia e conservare la sostanza organica nello strato attivo di suolo, con i seguenti vantaggi:
- Tra un cantiere tradizionale (aratura+ frangizolle+ erpicatura) e un cantiere moderno con dischi e denti folli il risparmio di gasolio è almeno pari al 70%
- Lavorare in un’unica passata significa essere tempestivi, lavorando il terreno nelle condizioni migliori ma anche aumentare la superficie lavorata, abbassando i costi fissi
- Evitando il riporto in superficie di terra degli strati profondi il terreno perde meno umidità
- Gli apporti di fertilizzanti e di sostanza organica si distribuiscono su un minor volume di terreno e così risultano più efficaci
Lavorazioni tradizionali: quali effetti sul suolo?
Anche se non è sempre possibile fare a meno dell’aratura, nelle quattro immagini che seguono riassumiamo i danni al terreno provocati dalle lavorazioni tradizionali.

La perdita di continuità dei micropori del terreno causata dall’aratura ha un effetto diretto sulle risorse idriche del suolo e sui nutrienti necessari alle colture, come sottolineato nell’immagine seguente

Per chi utilizza l’erpice rotante ricordiamo i suoi effetti negativi sul suolo

Aratura significa inversione degli strati con un danno riassumibile in sei punti come indica l’immagine che segue

- Le minime lavorazioni espongono all’aria solo lo strato superficiale di suolo ma lasciano quasi intatti quelli sottostanti, che vengono protetti dall’essiccazione dalla sottile fascia di terreno affinata che interrompe la risalita capillare.
Non è indispensabile acquistare subito l’attrezzo
Le attrezzature sono costose, è vero, ma non occorre investire subito nell’acquisto di un nuovo attrezzo: basta rivolgersi ad un contoterzista che abbia le macchine adatte per le minime lavorazioni e, se lo stato del vostro terreno lo consente, programmate almeno due-tre anni di prove su una piccola superficie e con colture diverse.
E non dimenticate di annotare bene tutti i costi, facendo il confronto tra lavorazioni tradizionali e lavorazioni conservative, che alla fine risultano sempre vincenti a patto che non si siano fatti errori nella scelta dell’attrezzatura e della sua messa in campo