Coltiviamo ibridi di mais che sono autentiche macchine vegetali da corsa, ma nella maggior parte dei casi non riusciamo a farle esprimere al meglio per errori di gestione agronomica, ma anche per non applicare innovazioni come per esempio l’irrigazione localizzata con manichetta (ala gocciolante) superficiale o interrata.
Il Dipartimento di scienze agrarie e forestali dell’Università di Torino ha condotto una prova per cinque anni nella pianura piemontese in provincia di Torino e Vercelli, mettendo a confronto l’irrigazione a scorrimento con l’ala gocciolante in due versioni: una con distribuzione dell’azoto in forma granulare (30% alla preparazione del terreno o localizzato alla semina e il 70% in copertura) come nello scorrimento e la seconda con la distribuzione dell’azoto attraverso fertirrigazione.
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Foto 1 Schema della disposizione dell’ala gocciolante superficiale
I risultati delle prove dimostrano come su un terreno di medio impasto, l’irrigazione localizzata abbinata alla fertirrigazione abbia sempre fatto aumentare, in media dell’11%, la produzione di granella rispetto al mais irrigato per scorrimento, ma anche al mais irrigato con manichetta ma con distribuzione dell’azoto in forma granulare.
Il ruolo della fertirrigazione
La fertirrigazione ha aumentato in maniera considerevole l’efficienza dell’azoto distribuito, la cui quantità totale si è anche ridotta di almeno un 10% nel caso della fertirrigazione rispetto alla distribuzione granulare.
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Foto 2 La messa in campo dell’ala gocciolante superficiale su soia
Più efficienza nell’uso dell’acqua
Ma si è visto che è aumentata anche l’efficienza d’uso dell’acqua che cresce di ben 2,4 volte con l’ala gocciolante rispetto allo scorrimento. Teniamo inoltre presente che l’uso dell’ala gocciolante permette un risparmio di circa il 60% dell’acqua irrigua messa a disposizione del mais e questo dato ha un’enorme valenza ambientale in momenti come gli attuali, dove lo spettro della siccità si fa sempre più pressante.
Aumentano le rese e la qualità della granella
Dunque l’adozione dell’ala gocciolante sul mais in abbinamento alla fertirrigazione, oltre a favorire una maggiore efficienza agronomica azzerando gli sprechi, permette di aumentare in maniera significativa le rese e la qualità della granella e si presta perfettamente per coltivazioni intensive, con alti investimenti ad ettaro di ibridi dotati di alta produttività, soprattutto su terreni sciolti o di medio impasto. Non dimentichiamo, aggiungiamo noi, anche il sistema dell’ala gocciolante interrata che costituisce un’alternativa altrettanto valida se non ancora di più, dal momento che una volta installata non richiede la movimentazione annuale e lo smaltimento delle manichette.
Ala gocciolante interrata
Per quanto riguarda l’ala gocciolante interrata citiamo una sperimentazione del progetto Mirage condotta nell’azienda sperimentale Stuard di Parma in collaborazione con l’Università Cattolica di Piacenza, che ha messo a confronto l’ala gocciolante interrata con la distribuzione irrigua tramite rotolone su mais da granella, con distribuzione dell’azoto tramite fertirrigazione (270 kg/ha di azoto con quattro interventi con le manichette) nel primo caso e con la normale distribuzione a pieno campo in copertura (270 kg/ha di azoto in due apporti) nel terzo caso del rotolone. Gli apporti di acqua per intervento sono risultati pari a 179 mm per ognuno dei nove interventi di subirrigazione a goccia e di 215 mm per ciascuno dei sei apporti con l’aspersione.
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Foto 3 Schema dell’ala gocciolante interrata
Somministrazione graduale dell’azoto
La subirrigazione con ali interrate ha portato a un aumento della produzione di granella di mais pari al 10%, con una maggiore produzione di 5 kg di granella secca in più per ogni chilo di azoto fornito, rispetto al mais irrigato per aspersione. La motivazione di questo dato risiede nella somministrazione graduale dell’azoto nei momenti di maggiore richiesta della coltura, che è impossibile da praticare se si effettua l’aspersione.
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Foto 4 La messa in campo dell’ala gocciolante interrata
I prelievi di suolo a 30 cm di profondità per monitorare la dinamica dell’azoto nitrico nel terreno hanno dimostrato che con l’aspersione si è assistito a un picco di concentrazione di azoto nitrico in corrispondenza della seconda distribuzione in copertura di fine giugno, picco che nel caso dell’irrigazione con ala interrata non si è verificato, grazie alla distribuzione frazionata lungo il ciclo del mais. Quindi si è ridotto notevolmente, grazie all’ala interrata, anche il rischio di lisciviazione di nitrati nelle falde.
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