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Il sorgo zootecnico nelle filiere di alta qualità è un’opportunità sostenibile

29-10-2025 08:00

Roberto Bartolini

Sementi,

Il sorgo zootecnico nelle filiere di alta qualità è un’opportunità sostenibile

Il sorgo è il 5° cereale più prodotto nel mondo con oltre 61 milioni di tonnellate ed in Italia occupa circa 40.000 ettari ogni anno in crescita...

Il sorgo è il 5° cereale più prodotto nel mondo con oltre 61 milioni di tonnellate ed in Italia occupa circa 40.000 ettari ogni anno in crescita, sia per la produzione di granella che di foraggio.

Di fronte al cambiamento climatico in atto il sorgo offre garanzie di produzione per il suo limitato fabbisogno idrico e l’adattabilità alle alte temperature, dimostrando di produrre bene su diverse tipologie di terreno e nelle aree collinari, come ha sottolineato Gabriele Gasbarrini, responsabile sviluppo prodotti della RV Venturoli, nella relazione che ha tenuto a Budapest nel corso della quarta edizione del congresso europeo dedicato a questa coltura.

 

Il confronto tra sorgo e mais

Il sorgo viene sempre più apprezzato dall’allevatore grazie alla granella altamente energetica e priva di micotossine e per le caratteristiche dell’insilato altamente digeribile ed appetibile che può sostituire il mais nelle aree meno vocate, riducendo il costo di produzione.

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Foto 1 Confronto agronomico tra mais e sorgo.

 

Come si vede dalla foto 1, dal raffronto derivante da un sondaggio sulla tecnica colturale tra mais e sorgo l’impiego di mezzi tecnici (diserbanti, insetticidi, fertilizzanti) è molto inferiore per coltivare sorgo che produce senza la necessità di apporti irrigui, che sono invece indispensabili per il mais. Inoltre la produzione di granella nell’annata del confronto non ha mai richiesto nemmeno le spese di essiccazione.

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Foto 2 Confronto dei parametri qualitativi tra i principali cereali coltivati in Italia

La foto 2 mette a confronto i quattro cereali più coltivati in Italia e se osserviamo i dati relativi ai principali parametri qualitativi, è facile dedurre che davvero il sorgo è il cereale più simile al mais e per questo è da incentivare una sua maggiore valorizzazione nelle razioni che alimentano le vacche il cui latte è destinato alla produzione del Parmigiano Reggiano.

 

La filiera del Parmigiano Reggiano apprezza il sorgo

 

Tra i cereali ammessi nel disciplinare di produzione del Parmigiano Reggiano il sorgo sta rappresentando sempre più un’opportunità per limitare le importazioni di materie prime, tra le quali il mais, e distribuire così valore nel territorio.

 

I risultati della ricerca dell’Università di Bologna

Nel 2020 l’Università di Bologna ha condotto una ricerca su 1.500 vacche produttrici di Parmigiano Reggiano sostituendo 10 kg/capo/giorno di mais con 10 kg/ capo/ giorno di sorgo. I risultati delle prove hanno confermato nessuna influenza negativa sulla salute delle vacche e sulla quantità e qualità del latte come dimostrano i dati riportati nelle immagini seguenti

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Foto 3 Sorgo e il binomio mais-orzo per la produzione di latte

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Foto 4  Sorgo e mais nella produzione del Parmigiano Reggiano

L’esempio della cooperativa Albalat

Un esempio di valorizzazione zootecnica del sorgo è rappresentato dalla cooperativa emiliana Albalat ( 200 vacche in lattazione, 250 aziende agricole socie, 680 mila quintali di latte lavorati e 145.300 forme di Parmigiano Reggiano prodotte) che da alcuni anni nella razione utilizza 2/3 di sorgo e solo 1/3 di mais. E la produzione del sorgo proviene tutta dal territorio circostante.

 

Attenzione alla granulometria della farina

Un aspetto molto importante, nel caso si utilizzi la granella di sorgo come farina nella razione delle vacche da latte, è la granulometria, che deve essere più fine possibile. Infatti come dimostra l’immagine sottostante da 1mm a 4mm la digeribilità ruminale dell’amido da 74,9 si abbassa a 28,1.

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Foto 5 Granulometria della farina e digeribilità dell’amido.

L’utilizzo del sorgo nella filiera avicola

Discorso analogo lo si può fare per la filiera avicola che sta incrementando l’uso del sorgo, raddoppiando le superfici a contratto.

L’applicazione industriale del sorgo nella filiera avicola ha inizio a metà degli anni 80 con la varietà Aralba di RVVenturoli, che aveva ottenuto l’esclusiva per l’Italia.

Questa varietà senza tannini ha rappresentato una grande opportunità per mangimifici ed agricoltori che combinavano ottime produzioni con prezzi interessanti anche in aree non irrigue.

Gasbarrini ha riportato l’esempio di un’azienda leader in Italia nella produzione avicola che può vantare 11.000  ettari biologici contrattualizzati e seminati in 11 regioni, con 600 produttori per un tasso di approvvigionamento pari all’82%.

Le varietà di sorgo più utilizzate nella filiera avicola sono a granella bianca e prive di tannini.

Nell’ambito della formulazione viene utilizzata una percentuale di sorgo compresa tra il 7 e il 9% della razione in base al periodo di crescita degli animali.

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