La semina del mais rappresenta la seconda voce di costo dopo la concimazione, quindi è necessario mettere in campo un cantiere efficiente, sia in termini di velocità che di perfetta deposizione del seme alla giusta profondità.
La seminatrice deve garantire massima precisione, anche se si opera in presenza di residui colturali ed una certa zollosità a seguito di minime lavorazioni, assecondando le irregolarità del terreno.
Essenziale è il taglio netto del residuo colturale, evitando che possa entrare nel solco di semina, con la deposizione del seme dove la terra è più fine, avendo la garanzia di una perfetta chiusura del solco di semina.

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Un esempio virtuoso di tempestività per la semina del mais. A sinistra opera l’attrezzo a strip till che lavora esclusivamente la striscia di terreno che ospiterà il seme, lasciando il residuo colturale nell’interfila. A destra la seminatrice di precisione che depone il seme al centro della striscia lavorata grazie all’uso del Gps satellitare.

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Deposizione a regola d’arte del seme di mais con una distanza regolare tra un seme e il successivo che assicura l’investimento programmato

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I tre elementi chiave della seminatrice che garantiscono semine perfette. A sinistra le ruote a profilo ondulato che tagliano il residuo colturale ed aprono il solco, al centro l’elemento di semina con ruota gommata di livellamento per deporre sempre alla giusta profondità, e a sinistra la chiusura del solco effettuata delle due ruotine con profilo gommato.
Con l’alto investimento si produce di più
Un altro elemento importante per puntare alle massime produzioni è scegliere ibridi di mais capaci di sopportare l’alto investimento, effettuando una semina con interfila più stretta a 50 cm anziché il classico 75 cm.

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Come si vede dal grafico, che riporta i risultati di prove in campo effettuate dall’Università di Torino, adottando l’interfila a 50 cm, l’aumento di produzione rispetto alla classica interfila a 75 cm è in media dell’8%, ma in molti casi si raggiunge anche il 13-15% in più di granella nelle aree più vocate.
Concimazione fosfo-azotata starter alla semina
Un fattore produttivo determinante per puntare alle massime rese è la concimazione starter fosfo-azotata localizzata alla semina. La concimazione fosfo-azotata localizzata in banda alla semina, con dosaggi compresi tra 140 e 240 kg/ha di concime, nelle prove dell’Università di Torino, ha determinato come primo effetto un maggiore vigore di partenza (il cosiddetto “early vigor”) rispetto al test non concimato. La maggiore spinta dovuta a questa concimazione starter ha favorito un anticipo della fioritura di alcuni giorni con conseguenze positive sulla produzione finale. Il vantaggio produttivo medio in tutte le 42 situazioni monitorate è stato pari all’11,6%, come riportato nel grafico sottostante.

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Dal grafico emerge che gli incrementi produttivi più significativi (bande rosse) si sono verificati nelle annate con primavere fresche e su terreni più freddi. Tuttavia anche con primavere nella norma (banda verde) gli incrementi produttivi sono dell’ordine del 4%. Ottima la risposta anche sui terreni franco sabbiosi (banda azzurra).
Per quanto riguarda l’effetto della concimazione fosfo-azotata sull’epoca di fioritura, la tabella qui sotto mostra come, rispetto al testimone, la concimazione starter fosfo-azotata abbia portato un anticipo di circa quattro giorni su terreno freddo (ultima colonna a destra) e di due giorni su terreno più caldo.

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Anticipo della fioritura e più vigore
Significativi anche gli effetti sull’altezza delle piante e sull’indice vegetativo, che rispecchia il buono stato di salute della coltura. La concimazione fosfo-azotata porta un maggiore benessere alla pianta, che aumenta la sua attività fotosintetica (0,54 contro 0,38 nei terreni freddi). Da notare anche come apporti separati di fosforo e azoto producano effetti meno significativi rispetto all’apporto in un’unica soluzione di un concime fosfo-azotato. Da sottolineare a questo proposito come siano di notevole interesse alcuni recenti concimi fosfo-azotati arricchiti di mesoelementi come magnesio e zolfo e di microelementi come zinco, manganese e ferro, ma anche con geoinsetticidi per difendere il seme dagli insetti terricoli.




