Semina in condizioni ottimali, piogge primaverili giuste e maturazione della granella con un clima caldo e asciutto. Un’annata perfetta per l’orzo tant’è che anche le rese medie delle prove varietali del CREA di Fiorenzuola D’Arda parlano da sole: 74 q/ha al Nord (+37% rispetto al 2024), 79 q/ha al Centro (+9,7% sul 2024) e 43 q/ha al Sud (+19,4% vs 2024).
Produzioni e qualità molto soddisfacenti
In alcune prove varietali si sono addirittura raggiunti valori record superiori alle 9 t/ha, come per esempio a Fiorenzuola d’Arda (Pc), e anche dal punto di vista qualitativo i risultati sono stati soddisfacenti, con valori medi di peso ettolitrico di 66 kg/hL al Nord (contro i 59 dello scorso anno), 71 kg/hL al Centro (vs i 69 dello scorso anno) e 68 kg/hL al Sud (67 lo scorso anno).
Contenuto proteico
Rimanendo in ambito qualitativo, la novità delle prove di quest’anno è l’introduzione del contenuto proteico come parametro per la valutazione degli orzi da zootecnia. “L’orzo in zootecnia serve all’industria mangimistica – spiega Luigi Cattivelli, direttore CREA di Fiorenzuola D’Arda – perciò conoscere il contenuto proteico può essere determinante e non tutte le varietà hanno la stessa attitudine a produrre proteine. Come dimostrato in molti studi, quando le produzioni sono elevate, il contenuto proteico si abbassa e questo spiega perché quest’anno abbiamo riscontrato in generale un contenuto proteico non eccezionale in tutte le prove. Mediamente siamo arrivati al 10,5% al Nord, 10,9% al Centro e 12,1% al Sud, ma a livello varietale ci sono differenze anche dell’1-1,5% che per un’industria come quella dei mangimi possono essere importanti.
A differenza del frumento duro, nell’orzo non si è mai fatta selezione per le proteine, puntando solo alla produzione. Introducendo questo nuovo parametro, vogliamo portare l’attenzione anche sul livello proteico, perché in prospettiva un orzo con due punti percentuali in più di proteine non sarà più un “banale” orzo, ma potrà essere premiato.
Produzioni in pieno campo
Passando ai dati di pieno campo rilevati dagli agricoltori riprendiamo un giro d’orizzonte riportato da Terra e Vita.
Partendo dal Nord d’Italia, in Veneto (Verona e Padova) sono state segnalate rese tra i 55 e i 70 q/ha, con pesi specifici buoni (70-75 kg/hL). In Piemonte (Torino) si registrano produzioni di circa 65 q/ha, per un peso specifico intorno a 65-70. Nel Mantovano rese intorno ai 60-70 q/ha, con un peso specifico molto elevato, mentre in Emilia Romagna siamo sui 55 q/ha nel Bolognese (65 kg/hL di peso specifico) e sui 50-60 q/ha nel Piacentino, per un peso specifico di 63-68 kg/hL.
Passando al Centro Italia, nell’Anconetano non si segnalano rese particolarmente alte (45-50 q/ha) e anche il peso specifico è rimasto su livelli bassi. Nel Maceratese, invece, le rese hanno raggiunto i 70 q/ha. Passando alla Toscana, nel Livornese si riportano produzioni medie di 55-60 q/ha. Nel Lazio, invece, nell’areale viterbese si sono confermati i valori dello scorso anno, quindi circa 45-50 q/ha di media, con buona qualità della granella.
Per concludere, il Sud. In Puglia, nella zona della Capitanata, buone rese grazie anche a qualche pioggia primaverile, con medie intorno ai 55-60 q/ha e qualità altrettanto buona. In Sicilia, invece, nel Corleonese, in provincia di Palermo, la primavera piovosa ha provocato allettamenti diffusi e la concomitanza di piogge abbondanti (fuori tempo) e alte temperature ha permesso lo sviluppo delle ruggini, per cui le rese in media si sono fermate a quota 35-40 q/ha, per un peso specifico intorno ai 50 kg/hL. Stessi valori, intorno ai 35-40 q/ha, anche nella zona delle Madonie, sempre nel Palermitano. Infine, nel Catanese mediamente le rese hanno superato i 45 q/ha, per un peso specifico inferiore.




