I dazi pari a 45 euro a tonnellata imposti dall’Unione Europea, a partire dal 1 luglio 2025, sul valore dei fertilizzanti importati da Russia e Bielorussia e l’annunciato divieto di utilizzare urea dal 1 gennaio 2027 in tutto il Bacino Padano, seminano panico tra gli agricoltori e i contoterzisti, già abbastanza preoccupati per prezzi di mercato che non stanno decollando come si sperava.
Ma sorge spontanea una domanda:
È possibile sostituire i concimi minerali con effluenti zootecnici e digestati?
Il conto matematico è esatto
Una risposta, sostenuta da dati scientifici ed esperienze pratiche aziendali, viene fornita dal CIB ( Consorzio Italiano Biogas) che afferma: con un apporto di digestato di 88 mc/ha si forniscono al terreno in media circa 350 kg/ha di azoto e, considerando un’efficienza dell’80%, si ottengono “ netti” 280 kg/ha di azoto, che sono quelli necessari ad esempio al mais per una buon crescita.
Investimenti per i contoterzisti
Il conto matematico non fa una piega, tuttavia bisogna poi considerare gli aspetti economici, perché i 280 kg/ha di azoto vanno scaglionati nel tempo e non scaricati in un’unica soluzione. E qui entrano in scena i contoterzisti che da qualche anno si sono ben organizzati, con investimenti ad hoc. Occorrono infatti attrezzature di distribuzione adatte per distribuire il digestato, non solo sul terreno nudo ma anche durante la preparazione del letto di semina ( ad esempio con lo strip till), e dopo l’emergenza della coltura.
Inoltre il potere del refluo zootecnico e del digestato deve mantenersi intatto nel tempo, quindi occorre predisporre uno stoccaggio in vasche coperte, per poi distribuirli con attrezzature che effettuino un posizionamento sottosuperficiale, quindi nelle vicinanze dell’apparato radicale delle colture, evitando perdite per evaporazione dell’azoto ammoniacale.
Azoto ammoniacale che, oltre ad essere la forma prontamente disponibile per le piante, costituisce il 60% dell’azoto totale presente nella frazione liquida del digestato.
Subirrigazione con digestati e reflui
Stanno crescendo numericamente anche gli impianti di subirrigazione che distribuiscono digestati ed effluenti, in particolare suinicoli, dopo che hanno effettuato più passaggi attraverso una efficiente stazione di filtraggio, che permettono all’azienda agricola di eliminare completamente il ricorso ai fertilizzanti chimici.
Ma si tratta comunque di situazioni che si ritrovano solo in aziende di medio-grandi dimensioni, per lo più con annessi allevamento ed impianto di biogas, che hanno chiuso il cerchio con un ottimo esempio di economia circolare.
Per la maggior parte delle aziende italiane invece si prospettano tempi difficili per quanto riguarda i costi della fertilizzazione che sono destinati ad aumentare anche per colpa di chi certamente approfitterà, speculandoci, di decisioni politiche che ancora una volta sono davvero inopportune e non fanno che penalizzare il mondo agricolo.
